Isabelle Peretz, tra i massimi esperti di neuroscienze della musica, ci insegna che siamo nati per essere musicali. Già i neonati rispondono a proprietà astratte relative al pitch musicale e alla struttura del tempo, quali cambiamenti di tonalità o interruzioni del beat musicale. Inoltre i bambini si muovono in modo spontaneo in relazione alla musica.
C’è però una grande varietà tra le varie persone in relazione alla musicalità e a questo proposito oggi parleremo dell’amusia congenita (cioè presente sin dalla nascita) che riguarda circa l’1,5% della popolazione (Peretz & Vuvan, 2017).
L’amusia congenita consiste in un deficit nell’elaborazione musicale (Zarate,2013) Si manifesta ad esempio nell’ incapacità di comprendere se chi sta cantando è intonato oppure nella difficoltà nel riconoscere e cantare una melodia familiare senza l’aiuto delle parole.
Ma cosa avviene nel cervello di chi ha amusia congenita?
Sono state fatte molte ricerche sui correlati neurali dell’amusia congenita (Peretz, 2008). Un dato interessante è stata l’osservazione di una riduzione della sostanza bianca a livello del fascicolo arcuato destro (Wilbiks et al., 2016) ovvero la struttura che connette il giro temporale superiore con il giro frontale inferiore(Peretz, 2016).
Riferimenti bibliografici:
Jonathan M. P. Wilbiks, Dominique T. Vuvan, Pier-Yves Girard, Isabelle Peretz and Frank A. Russo (2016) Effects of vocal training in a musicophile with congenital amusia. NEUROCASE, 2016 VOL. 22, NO. 6, 526–537
Zarate, J. M. (2013). The neural control of singing. Frontiers in Human Neuroscience, 7, 237. doi:10.3389/fnhum.2013.00237
Isabelle Peretz, Dominique T Vuvan (2017) Prevalence of congenital amusia. European Journal of Human Genetics (2017), 1–6
Peretz,I. Musical disorders: From behavior to genes. Current Directions in Psychological Science (2008)
Peretz I. “The neurobiology of congenital amusia” Trends in Cognitive Sciences (2016) DOI:http://dx.doi.org/10.1016/j.tics.2016.09.002