CANTO CORALE E SALUTE: I BENEFICI SECONDO LA RICERCA SCIENTIFICA

Written by Vanessa Candela

“Per costruire un movimento in grado di produrre una società che sia qualitativamente migliore per tutti noi, abbiamo un disperato bisogno di arti che sappiano guardare sotto la superficie e ci rendano più consapevoli dei nostri veri bisogni e di ciò che si frappone tra noi e la loro realizzazione. Attraverso la sua capacità di toccare la nostra umanità, la musica ha un ruolo da svolgere non solo per l’individuo, ma anche per la collettività in termini di salute pubblica. Può inoltre incoraggiare le persone, come negli anni ’60, ad abbracciare i cambiamenti sociali e politici che ci spingeranno verso un mondo più giusto e più sano. Se lo farà effettivamente dipenderà dallo scopo sociale e dall’impegno politico dei musicisti e dei loro educatori. ” Richard Wilkinson

Parole che sintetizzano l’essenza di “Music, Health and Well-being”, un’interessante lettura dedicata a chi con coraggio immagina scenari di sviluppo in cui riappropriarsi di un ruolo sociale della musica e del canto nella nostra società basandosi su tre pilastri: promuovere benessere, inclusione sociale e giustizia sociale.

Se infatti pensiamo al concetto di salute secondo l’ Organizzazione Mondiale della Sanità che la definisce  ” uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non solo la mera assenza di un disturbo o di infermità”, non possiamo non riflettere anche sul ruolo della musica e del canto in questa cornice. Oggi vorrei argomentare questo aspetto attraverso i dati delle ricerche scientifiche in crescente aumento.

Vorrei quindi parlarvi in particolare del canto e degli effetti del canto corale sugli anziani, una fascia di popolazione che come noto è più vulnerabile in termini di salute. Prendersene cura applicando quello che sappiamo dalla ricerca è quindi un aspetto importante.

Per iniziare questo argomento prima di tutto vorrei rimandarvi alla visione di una conferenza relativa a studi e ricerche recenti sul ruolo dell’ambiente e sui  fattori protettivi su cui possiamo agire che incidono sull’invecchiamento del  cervello. Vi ho selezionato in particolare l’intervento della Prof.ssa Nicoletta Berardi, tra le massime esperte di neuroplasticità, in cui potrete apprezzare in che modo lo stile di vita incide sull’invecchiamento cerebrale. Le evidenze scientifiche stanno aprendo prospettive affascinanti e importanti su come poter agire in un’ottica di promozione della salute del cervello a qualsiasi età.  Tra questi fattori troviamo la nutrizione, l’attività fisica ed essere coinvolti in attività stimolanti a livello cognitivo. In quest’ultima definizione  la musica e il canto rientrano perfettamente.

Vediamo quindi oggi meglio quali sono le ricerche che hanno indagato gli effetti del cantare in gruppo sul benessere e la salute.

Dagli anni ’90 in poi  c’è stata infatti una crescita importante di studi che mostrano gli effetti positivi sul piano fisico, mentale e sociale del cantare in gruppo.

Uno dei filoni di ricerche in cui si sono raccolti ormai molti dati, si è focalizzato proprio sugli anziani. Ecco alcuni degli studi più importanti in questo ambito.

Ad esempio Clift e collaboratori  hanno coinvolto un numero molto ampio di partecipanti anziani (oltre 1000 persone) per studiare gli effetti di cantare in gruppo in termini di salute e benessere (Clift and Hancox 2001, Clift et al. 2009; Clift and Hancox 2010; Livesey et al. 2012) .

Quello che è emerso è che participare all’attività corale incrementava felicità, un’attitudine positiva alla vita, il benessere, e diminuiva sensazioni negative di ansia e stress in favore di divertimento, gioia e un senso di leggerezza.

Questi dati sono in linea con altri studi come quello di Teater and Baldwin (2014) che sottolineano che  i maggiori benefici sono riconducibili a un ritrovato senso di divertimento, gioia e alle interazioni sociali.

Un altro studio che vale la pena citare è una ricerca longitudinale della durata di due anni fatto da Cohen et al. (2006, 2007) negli Stati Uniti.

Lo scopo della ricerca era osservare i benefici in termini di salute e benessere in un gruppo di persone sopra i 65 anni di varie attività creative tra cui cantare in gruppo. Era stato previsto anche un gruppo di controllo che non aveva partecipato a questa attività per poter fare un confronto. Chi cantava mostrava un livello di salute più elevato, meno visite mediche, meno medicinali usati e  una minore sensazione di solitudine (Cohen et al. 2006). 

Ancora in linea con questi dati, un recente studio, il primo completamente randomizzato, di Coulton et al. (2015) conferma questi dati su un gruppo di persone di età superiore a 60 anni. Lo studio ha valutato gli effetti del cantare in gruppo per un periodo di tre mesi prevedendo anche un follow-up per valutare se i benefici persistessero a distanza di tempo.

Le persone che avevano cantato in gruppo ogni settimana riscontravano benefici significativi nella loro qualità della vita, inclusi ridotti livelli di ansia e depressione, un miglior stato di salute anche a distanza di mesi.

Le evidenze riportate sono in linea con le ricerche che hanno indagato i processi neurochimici coinvolti nell’attività canora. Sappiamo ormai come cantare sia infatti  associato ad un aumento dell’ossitocina, un neuropeptide rilasciato a livello dell’ipofisi posteriore e coinvolto nell’affiliazione sociale e nel benessere (Huron, 2001, Levitin, 2009; Earheart, 2009; Grape at al. 2012) e alla diminuzione dell’ormone adrenocorticotropo, coinvolto nella risposta allo stress.

Per concludere  possiamo affermare come questi dati siano preziosi e da tener presenti sapendo che in futuro ci troveremo con una popolazione anziana in continuo aumento e la necessità di prevedere interventi di promozione del benessere e di prevenzione della salute del cervello (Mangialasche,2012).

Bibliografia:

Naomi Sunderland, Natalie Lewandowski, Dan Bendrups, Brydie-Leigh Bartleet (eds.) – Music, Health and Wellbeing_ Exploring Music for Health Equity and Social Justice-Palgrave Macmillan UK (2018).

Clift, S, Gilbert, R & Vella-Burrows, T 2016, A choir in every care home: Thematicliterature review, viewed 17 May 2017

Clift, S & Hancox, G 2001, ‘The perceived benefits of singing: Findings from preliminary surveys of a university choral society’, Perspectives in Public Health, vol. 121, no. 4, pp. 248–256.

Clift, S & Hancox, G 2010, ‘The significance of choral singing for sustaining psychological wellbeing: Findings from a survey of choristers in England, Australia and Germany’, Music Performance Research, vol. 3, pp. 79–96.

Clift, S, Hancox, G, Morrison, I, Hess, B, Kreutz, G & Steward, D 2009, ‘What do singers say about the effects of choral singing on physical health? Findings from a survey of choristers in Australia, England and Germany’, in J Louhivuori, T Eerola, S Saarikallio, T Himberg & P-S Eerola (eds.)Proceedings of the 7th Triennial Conference of European Society for the Cognitive Sciences of Music (ESCOM 2009), Jyväskylä, Finland.

Cohen, GD, Perlstein, S, Chapline, J, Kelly, J, Firth KM & Simmens S 2006, ‘The impact of professionally conducted cultural programs on the physical116 S. Clift et al.health, mental health, and social functioning of older adults’, The Gerontologist,vol. 46, no. 6, pp. 726–734.

Cohen, GD, Perlstein, S, Chapline, J, Kelly, J, Firth, KM & Simmens, S 2007,‘The impact of professionally conducted cultural programs on the physical health, mental health, and social functioning of older adults – two-year results’, Journal of Aging, Humanities and the Arts, vol. 1, pp. 5–22.

Translate »