PROCESSO ARTISTICO: IL POTERE DELLA SINESTESIA

Written by Vanessa Candela

“Mi sembrava che l’anima viva dei colori emettesse un richiamo musicale, quando l’inflessibile volontà del pennello strappava loro una parte di vita” Vasilij Kandinskij

Come avviene il processo artistico? Che cos’è la sinestesia? In che modo può aiutarci a capirlo?

La sinestesia è un fenomeno molto affascinante che circa 1 persona su 2000 esperisce (Baron-Cohen et al. 2013) e che avviene quando stimolando una via sensoriale o cognitiva, vengono attivate esperienze automatiche e involontarie in un altro percorso sensoriale o cognitivo (Ward,2013). Esistono varie forme di sinestesia. Una delle più diffuse è quella grafema-colore in cui una lettera appare in uno specifico colore,benché stampata con inchiostro nero (es. la B potrebbe essere verde)  oppure quella suono-colore detta anche cromoestesia, in cui una nota evoca un certo colore (es. il la potrebbe essere bianco).

Per approfondire cos’è la sinestesia clicca qui.

Benché storicamente la sinestesia venisse considerata un fenomeno di dubbia veridicità e non sia stata quindi oggetto di studi scientifici per molto tempo,attualmente è divenuta oggetto di ricerca delle neuroscienze cognitive in quanto viene considerata un fenomeno reale e estremamente affascinante in quanto può svelare molto sul cervello e la mente umana (Ramachandran & Hubbard,2001).

Una delle osservazioni di alcuni ricercatori riguarda il fatto che molti sinestetici sono coinvolti in qualche modo con la produzione creativa o artistica (Ward et al., 2008).

I ricercatori stanno quindi occupandosi di studiare il processo artistico dei sinestetici  poiché ritengono che sia di vitale importanza per gettare maggiore luce sulla creatività e l’arte in generale.

Per gli artisti sinestetici ,la loro ricca fonte di ispirazione e immaginazione, è qualcosa di realistico e tangibile. I sinestetici possono infatti decidere di dipingere, scolpire, fotografare, animare quello che vedono o prendere ispirazione dalle loro percezioni sinestetiche lasciandosi guidare da esse per comporre musica.

Un punto importante consiste nel grado di consapevolezza che gli artisti hanno riguardo alle loro sinestesie.

Sebbene molti sinestetici siano consapevoli delle loro percezioni, potrebbero non riconoscere che non tutte le persone possono vedere quello che riescono a vedere loro.

Quando scoprono che la sinestestia non appartiene a tutti rimangono quasi sempre sorpresi.

Questo è un esempio della descrizione di una donna sinestetica di nome Carol Steen relativa alla sua scoperta sull’essere sinestetica tratto da uno dei più importanti libri sull’argomento “The Oxford Handbook of Synethesia” di Simner & Hubbard (2013):

“ Quando avevo sette anni, e un’amica ed io camminavamo verso casa da scuola un caldo pomeriggio autunnale a Detroit, feci l’errore di dirle che la lettere A era del più bel rosa che avessi mai visto. Pensai che fosse d’accordo, ma rimasi totalmente sorpresa quando smise di camminare e guardandomi negli occhi, mi disse: “Tu sei matta”.  Questo suo commento schietto mi ha scatenato emozioni contrastanti(…) Non dissi nulla ma questo breve scambio ha avuto un effetto immediato e potente su di me: ho smesso di parlare delle mie lettere colorate, e ho iniziato a ignorare le mie altre percezioni. (…) Non è stata l’unica volta in cui ho ignorato la veridicità del mio mondo colorato, in movimento, invisibile agli altri. E non ho menzionato più la sinestestia fino ai vent’anni.”

Da adulta Carol Steen è diventata in seguito un’artista. Documentandosi in seguito sulla sinestesia rimase stupita quando realizzò che le forme che ricorrevano nelle sue opere assomigliavano a quelle indicate da Heinrich Klüver.

Heinrich Klüver negli anni 20’ ,studiando percezioni sinestetiche congenite e acquisite, realizzò una tassonomia in cui ha raccolto le forme più comuni ricorrenti percepite dai sinestetici. Tra questi ha visto che le forme più frequenti spaziano da piccole figure circolari, a forme che ricordano il cerchio, a figure parallele, griglie, duplicazioni, rotazioni (Cytowic, 1993). Leggendo questo documento Carol Steen realizzò che senza rendersene conto aveva utilizzato la sua sinestesia per produrre le sue opere. L’accrescere la sua consapevolezza sulla sinestesia ha totalmente cambiato il suo approccio al processo artistico divenendo un punto chiave.

Credo sia molto importante divulgare la conoscenza sulla sinestesia affinché chiunque si trovi davanti un sinestetico soprattutto in ambito pedagogico, possa non inibire questo ricco mondo invisibile ai più. È importante anzi gettare maggiore consapevolezza affinché chi ne è dotato possa renderlo un grande punto di forza sia nella costruzione del suo modo di apprendere come anche nel dominio creativo . Non solo, la ricerca in neuroscienze cognitive sta tentando di comprendere come amplificare creatività e immaginazione attraverso i sensi in tutte le persone in generale prendendo spunto dalla sinestesia.

Quindi studiare e comprendere la sinestesia riveste un valore fondamentale per poter trovare nuove strade per potenziare percezione, immaginazione e creatività in tutti.

Da queste riflessioni e dal mio interesse di ricerca su questo argomento nasce il progetto di raccontare la sinestesia e il processo artistico attraverso la preziosa storia di chi la vive da dentro. Questa è quindi l’anteprima di “La vita è musica sempre. Un racconto di melodie sinestetiche”, una video intervista a Carlo Alberto Togni, artista e sinestetico dalla grande sensibilità. La sua storia è assolutamente da ascoltare.

Prossimamente uscirà la video intervista completa su Neuroland.net. Intanto buona visione!

 

Bibliografia di riferimento:

“The Oxford Handbook of synesthesia. Simner & Hubbard (2013)”

Foto: Camille Couvez su Unsplash

Un ringraziamento speciale a Carlo Alberto Togni.

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